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Il Duello

(Dal Libro “Il sangue dell'Onore” di Marco Cavina - GLF Editori Laterza 2005;

“Codice Cavalleresco Italiano” di Jacopo Gelli - Editore-Libraio della Real Casa Miliano 1926) ( e altri studi...)

(Gli argomenti esposti sono riportati come dai testi,  con piccole modifiche,

in ordine cronologico, a spezzoni, ed in base alla mia valutazione, 

di interesse, al fine di poter essere spunto di approfondimento)

( Art. 70 L. 633/41 )

 

<<  3^ Parte  >>

 

Che la partecipazione di chierici a duelli giudiziari fosse evenienza tutt’altro che inconsueta emerge da un altro brano del Liber Extra (1, 20, 1) in cui Alessandro III permetteva di celebrare le funzioni religiose ad un presbitero che aveva perduto parte di un dito in un duello.

Più genericamente la monomachia ricadeva sotto il divieto generale delle ordalie (Liber Extra, 5, 35. La raccolta gregoriana addiceva almeno due buoni motivi del divieto e dell’invalidità d’ogni contraria consuetudine: l’empio appello al nome di Dio e della comprovata inidoneità sostanziale all’accertamento della verità.

Il peccato del duello è quello di tentare Dio.

 

Tommaso D’Acquino, elaborò che: <<La Monomachia>>, piuttosto che nel tentare la volontà Divina, poteva risolversi, in un pragmatico strumento per decidere “a sorte” ciò che era impossibile razionalmente e che doveva comunque trovare una qualche soluzione.

 

Il duello poteva considerarsi lecito in un senso lato, in cui non si aveva l’iniqua pretesa di interrogare Dio, ma solo si intendeva dar prova di valore ovvero trovare una qualche soluzione che sciogliesse una volta per tutte un caso controverso.

 

Secondo la dottrina quattro / cinquecentesca, il divieto del Duello Giudiziario era un fatto ottenuto, con diverse ragioni fondanti:

1. Il duello tenta Dio, cercando ciò che può avvenire solo per miracolo Divino; è probabile che il più forte vinca il più debole, e difficile trovare campioni pari.

2. Il duello mette a rischio la vita e l'anima.

3. È considerato un'invenzione demoniaca, proibito dal diritto divino e canonico.

4. È vietato anche dal “ius civile”, poiché i debitori non possono essere costretti con la violenza e il Pretore deve impedire l'uso delle armi.

5. È proibito dalla natura del diritto positivo, che ne rappresenta il rovesciamento.

6. Fondato sulla forza, il duello è condannato poiché la forza deve essere legata alla giustizia.​

 

 Seguiamo l'essenziale ossatura definitoria nelle 6 specie di duello individuate in relazione a differenti cause finali:

1 - La prima causa è la manifestazione della verità, in quanto la parte confida che la propria vittoria sarà testimonianza della verità della propria innocenza o del proprio buon diritto: Duello Ordalico.

2 - La seconda causa è l'ostentazione delle forze: Duello in torneo.

3 - La terza causa è evitare il disonore, poiché chi non accetta il duello è considerato di animo vile e degenerato: Duello d'Onore.

4 - La quarta causa è la risoluzione di una lite criminale o civile, quando la lite non possa terminare diversamente che con un Duello: il Duello giudiziario “a sorte” di Tommaso  D'Aquino.

5 - La quinta causa è la compiacenza per il popolo, quando vi sia guerra fra due Patrie e, con il consenso delle parti, di risolvere tutta la guerra con un duello risparmiando i popoli in guerra, sostituito della guerra fra popoli.

6 - La sesta causa è la difesa: Duello “Coatto” per una delle due parti.

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