Ripercorriamo La Storia
Dal Libro (Coltelli d’Italia DI Giancarlo Baronti, Franco Muzio editore 1986) - ("La Maffia" nei suoi fattori e nelle sue manifestazioni Di Giuseppe Alongi 1887)
(Storia d’Italia di Indro Montanelli – Corriere della sera 2003)
(e altri studi…)
(Gli argomenti esposti sono riportati come dai testi, con piccole modifiche,
in ordine cronologico, a spezzoni, ed in base alla mia valutazione,
di interesse, al fine di poter essere spunto di approfondimento sui Testi originali)
<< 1^ Parte >>
Intanto in Sicilia....
Dal 1200 al 1860 la Sicilia fu vittima di conquistatori sempre nuovi e sempre peggiori.
Governi intenti solo ad estorcere ogni produzione sotto le forme più ibride di tasse, privilegi, regalie, oltre che non avevano tempo né tornaconto a migliorare le condizioni, intellettuali, morali ed economiche del popolo.
Miravano invece ad isolarlo, ad abbruttirlo, a soffocare ogni benché minimo sentimento di dignità.
Consci della provvisorietà del loro dominio non pensavano a sviluppare le fonti della produzione.
La forza di questi Governi consisteva nell'impedire il sorgere di sentimenti di fratellanza, di solidarietà tra le varie parti del Regno e perfino tra le classi sociali.
"Dividi et impera", era la formula del sistema perfezionato dai Borboni, uno dei quali si vantò di aver trovato il segreto di "Governo con tre F = Feste - farine - forche".
Qualcuno chiamò quel Governo: Negazione di Dio e della Moralità.
Le molte invasioni straniere della Sicilia avevano lasciato alle loro spalle una moltitudine di Leggi non codificate, estremamente difficili da comprendere o applicare, alcune si contraddicevano l’una con l’altra.
La Legge era talmente screditata dalla sua tortuosità, la sua complessità e le sue lungaggini, che gli individui erano propensi a farsi giustizia con altri mezzi.
Nel periodo tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, si assiste nell’area mediterranea, a una diffusione del fenomeno del grande “Banditismo”, che assume proporzioni tali che gli storici hanno cercato di indagare le cause e di analizzare gli strumenti messi in opera dai governi del tempo per reprimerlo.
Il fenomeno riemerse nell’Ottocento e fu definito “Brigantaggio” post Unitario e poi, nel secondo dopoguerra, in Sicilia e Sardegna.
Nel 1660 si assiste alla massima diffusione e presenza dell’arma da fuoco nella vita civile
Siamo nel periodo della Guerra dei Trent’anni, una serie di conflitti armati che dilaniarono l’Europa centrale tra il 1618 e il 1648. Fu una delle Guerre più lunghe e distruttive della storia Europea. Iniziata come una Guerra tra gli Stati Protestanti e quelli Cattolici nel frammento Sacro Romano Impero, progressivamente si sviluppò in un conflitto più generale che coinvolse la maggior parte delle Grandi Potenze Europee, perdendo sempre di più la connotazione religiosa e inquadrando meglio nella continuazione della rivalità Franco-Asburgica per l’egemonia sulla scena europea.
La Guerra ebbe inizio quando il Sacro Romano Impero cercò d’imporre l’uniformità religiosa sui suoi domini.
La Pace di Vestfalia del 1648 pose fine alla Guerra dei Trent'anni, iniziata nel 1618, e alla guerra degli ottant'anni, tra la Spagna e le Province Unite. Si compone di tre trattati, di cui due firmati a Münster e uno a Osnabrück (ricordati, appunto, come trattato di Münster e trattato di Osnabrück), entrambe città della Vestfalia. La pace venne poi completata con il trattato dei Pirenei, del 1659, che mise fine alle ostilità tra Spagna e Francia.
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