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Ripercorriamo la storia... parte VI

Dal Libro (Coltelli d’Italia DI Giancarlo Baronti, Franco Muzio editore 1986) - ("La Maffia" nei suoi fattori e nelle sue manifestazioni Di Giuseppe Alongi 1887)

(Storia d’Italia di Indro Montanelli – Corriere della sera 2003)

(e altri studi…)

​​(Gli argomenti esposti sono riportati come dai testi,  con piccole modifiche,

in ordine cronologico, a spezzoni, ed in base alla mia valutazione, 

di interesse, al fine di poter essere spunto di approfondimento sui Testi originali)

( Art. 70 L. 633/41 )

 

 

La moderna concezione di bandito inteso come ladro, comincia ad evidenziarsi nel «corso del 1500, specialmente nelle fonti legislative e nelle pratiche giudiziarie».

 

Il “banditismo” è un termine che, pur traendo origine dalla pena del bando, finisce soprattutto nel corso del 1500 per acquisire il significato più diffuso di fenomeno eversivo, collegato al disordine sociale e a talune manifestazioni criminose. Il bando veniva irrogato da un tribunale e la persona che ne era colpita doveva allontanarsi dal territorio per tutto il tempo previsto dalla sentenza. Lo scopo della pena poteva essere quella di allontanare definitivamente una persona indesiderata o anche gli avversari politici, oppure, contrariamente, per agevolare in assenza della persona verso cui il bando era stato diretto, la risoluzione dei conflitti tra parentele e lignaggi rivali.

 

Anche i malfattori che si sottraevano alla giustizia, erano dichiarati «banditi», uomini al bando. Dopo un anno di latitanza essi divenivano «fuorusciti» o fuorilegge, e potevano essere uccisi da chiunque.

All'origine di tutto c'è quindi il bando. Esso elenca, oltre al reato commesso, i nomi di coloro i quali vengono banditi dalla comunità per un determinato periodo.

 

Il periodo con maggiore diffusione del banditismo (preunitario) è l'arco di tempo che va dagli ultimi tre decenni del 1500 ai primi tre decenni del 1600. Le origini del fenomeno risiedono nella situazione economica, politica e sociale. La miseria e la fame, nonché il diffuso impoverimento delle popolazioni, costituiscono la trama e lo sfondo tradizionale di tutte le forme criminose e quindi del banditismo. È la miseria che spinge la popolazione sulle strade a diventare briganti e grassatori.

 

Per brigante è invece inteso, genericamente, colui la cui attività è fuorilegge. Sono speso stati definiti briganti, in senso dispregiativo, combattenti e rivoltosi in determinate situazioni sociali e politiche. L'origine della parola non è ancora chiara e diverse sono le ipotesi sulla sua etimologia, ma per molti risale dal lessico francese, quando alla fine del 1700 e nel primo decennio del 1800 gli eserciti transalpini incontrarono tenaci resistenze in alcune regioni del regno di Napoli. Si iniziò quindi a parlare di brigantaggio.

 

Inoltre la fine delle guerre d'Italia, nel 1559, ha lasciato in eredità un ingente numero di uomini addestrati al combattimento; parte di questi andarono a rifornire numericamente le bande di fuorilegge.

 

Non c'è un'unica matrice e non c'è una sola causa che concorre a creare il bandito, i motivi che stanno alla base dell'esplosione del banditismo sono tanti e diversi in base alla situazione e ai luoghi. Un motivo unificante c'è e consiste nella difficoltà a ottenere giustizia per vie legali. Tra i banditi oltre ad assassini, ladri o rapinatori, ci sono nobili, baroni e signorotti in lotta con il potere Regio o con quello locale.

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