PEPPA A CANNUNERA

31 Maggio 1860: Catania si rivolta ai Borboni
Gli insorti catanesi attaccarono instancabilmente per otto ore consecutive, dopo le quali, grazie anche all’aiuto della popolazione, videro i primi risultati positivi dall’inizio della rivolta: arrivarono a impossessarsi persino di due cannoni appartenenti alle truppe regie. Poi furono costretti a retrocedere: si stavano avvicinando, venuti in aiuto alle truppe attaccate, altri 2.000 soldati. È qui che appare Giuseppa Bolognara Calcagno, Peppa la Cannoniera.
Durante l’insurrezione del maggio 1860 si distinse per alcuni atti eroici, in aiuto agli insorti catanesi. Il più importante, che le valse il soprannome con cui viene conosciuta oggi, si svolse in prossimità di quella che oggi è Piazza San Placido. Peppa ed alcuni rivoluzionari trascinavano uno dei cannoni strappati ai borbonici: l’obiettivo era quello di arrivare sulle mura di Palazzo Biscari, per colpire le navi da guerra borboniche che bombardavano la città.
Il tragitto, però, viene interrotto dai lancieri borbonici: visti i rivoluzionari, si gettarono verso di loro alla carica. Questi ultimi, spaventati, tentarono la fuga: tutti, tranne Peppa, che rimase al suo posto agendo d’astuzia. Sparse, infatti, della polvere da sparo sulla bocca del cannone: quando i lancieri cominciarono la carica, diede fuoco alla polvere, simulando così una cilecca dell’arma da fuoco.
Vista la situazione apparentemente positiva, i borbonici non interruppero la carica: fu allora che Peppa fece davvero fuoco col cannone, abbattendo la gran parte delle truppe regie che venivano verso di lei, permettendo ai catanesi di sfuggire alla morte certa.
Una volta sopravvissuta allo scontro e cacciati i borbonici da Catania, Peppa rimase assieme ai rivoluzionari. La sua vita da insorta non terminò lì: si unì, infatti, alla battaglia per la conquista di Siracusa, ancora borbonica.
Non sono molte le notizie di Giuseppa Bolognara Calcagno dopo l’Unità d’Italia: alcune cronache parlano della sua presenza nella città etnea fino al 1876. Dopodiché, le notizie sono vaghe, perlopiù incerte: probabilmente tornò a Barcellona Pozzo di Gotto (la sua città di origine), dove morì tra il 1884 e il 1900. Il suo cannone, invece, viene conservato a Catania, al Museo Civico, esiste anche una traversa in via Acquedotto Greco a Lei dedicata.
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Il blog e' molto utile, sia a scopo didattico che informativo. Il Maestro artigiano Gianni Galasso ha creato un vero e e proprio segmento divulgativo per gli appassionati di coltelleria e non solo. Le storie postate raccontano la tradizione e l' origine dei coltelli siciliani, strizzando l ' occhio anche ad altri meno conosciuti della nostra pensiola.